giovedì 27 ottobre 2016

Steo 05: I colori nella musica

Da sempre, la musica riesce a comunicare ed evocare emozioni e sentimenti, ed anche i colori sono in grado di suscitare diverse sensazioni; perchè non unire le cose? Come in poesia e in prosa, anche nei testi, o nei titoli, di alcune canzoni si possono citare i colori, sia in modo puramente descrittivo, sia per la loro valenza simbolica ed evocativa. 
Cerchiamo quindi dei brani che si colleghino al nostro colore, il Blu marino.
Partendo dal titolo stesso della canzone, ne ho trovate due, probabilmente molto poco conosciute, entrambe esprimono una certa malinconia ma in due generi diversi.

Negli Stati Uniti, nel 1963, Diane Renay rilascia la sua più celebre canzone,
Navy Blue (link alla traccia); la canzone racconta la storia di una ragazza, rimasta sola dopo che il suo fidanzato si è arruolato nella Marina Militare americana, e ansiosa di rivederlo. Questa canzone divenne una hit negli Stati Uniti all'epoca, raggiungendo la posizione numero 6 nella classifica "US Billboard Hot 100" nel febbraio del 1964. 
Il ritornello recita:  "Blue, Navy Blue, i'm as blue as i can be,
 'Cause my steady boy said "ship ahoy"
And joined the Na-ee-vy"



Navy Blue è anche una malinconica canzone degli The Story So Far, una piccola band statunitense (link alla traccia con testo) 



Spostiamoci ora sul Blu, tralasciando la parte "Navy"; non possiamo evitare di citare una delle canzoni italiane più famose a livello mondiale.

E' molto raro infatti incontrare qualcuno che non abbia almeno sentito, una volta nella vita, Nel blu dipinto di Blu, anche nota come Volare, canzone dall'indiscusso successo di Domenico Modugno, vincitrice del Festival di Sanremo del 1958 dove venne presentata per la prima volta. Da lì comincio una grande strada verso il successo, e ancora oggi è uno dei brani popolarmente più conosciuti; qui il colore blu sembra esprimere un senso di libertà, di leggiadria, di dolcezza, ed è appunto associato all'esperienza del volo libero nel cielo terso.

 






















Terminiamo con uno sguardo sul classico: quasi tutti conosciamo il valzer, ma forse in pochi sanno che la versione probabilmente più famosa di tale componimento si chiama proprio Sul bel Danubio Blu (An der schonen blauen Donau), di Johann Strauss (jr), uno fra i più celebri brani di musica classica di tutti i tempi. (link)





lunedì 24 ottobre 2016

Step 04: I colori nel mito

In questo post andremo a studiare la presenza del nostro colore nella mitologia e nelle leggende, tra le diverse tradizioni del mondo; tuttavia, Come si era già detto precedentemente, il Blu marino o Navy Blue, per definizione, è una tonalità piuttosto recente del colore blu, perciò cercheremo quei casi che raccontano del colore blu nella sua generalità, o relazionandoci agli ambienti naturali che vengono definiti da tale colore, come il mare, l'oceano, o il cielo.
La radice della parola greca mythos rivela un'origine sacra e iniziatica (myéin = “iniziare ai misteri”), e si può quindi relazionare al mondo del colore; entrambi si esprimono per allusioni, ed utilizzano il linguaggio del silenzio, che invita alla contemplazione più che alla decifrazione.

 


Partendo dalla mitologia nostrana, il blu era un colore uranico e divino; nell'antica Grecia il più importante degli dei dell'Olimpo, ovvero Zeus (Giove per i romani), era identificato e associato al colore blu, simbolo di superiorità e di purezza d'animo (per questo in alcuni film e cartoni animati Zeus è spesso rappresentato con abiti di questo colore); il blu è il colore del cielo, quindi per le civiltà antiche era il colore del luogo nel quale risiedevano le divinità, la vetta del Monte Olimpo appunto. Legato al blu è ovviamente anche Poseidone (Nettuno), fratello di Zeus e dio dei mari, e da questo legame marino possiamo anche associare i ciclopi, figli del dio, e ovviamente l'epopea del famoso Ulisse, che passò anni di navigazione per ritornare alla sua patria Itaca dopo l'assalto di Troia, come ci racconta il sommo poeta antico Omero. Sempre per l'elemento dell'acqua, il blu è associato alle figure mitologiche che lì vivono, come le nereidi, le ninfe, le sirene. 

 



Gli antichi Egizi lo usavano insieme all'oro per il suo forte simbolismo spirituale e di legame con il divino; l'importanza di tale colore era tale da spingere il popolo egizio a creare addirittura una nuova tonalità di blu, il cosiddetto Blu Egizio appunto. Esso era il simbolo del cielo e delle divinità celesti, a volte veniva dipinto di blu il volto del dio Amon, e spesso la pelle delle dea Nut; ella era la dea del cielo e della nascita, spesso legata alla resurrezione (molti sarcofaghi infatti recano la sua effigie), il mito racconta che creò la volta celeste separandosi da suo fratello Geb, la terra (link al racconto completo).






Spostandoci a nord, nei paesi scandinavi, non ho trovato particolari riferimenti ad i colori e al blu, ma ci sono alcune creature che si legano all'elemento marino. Jörmungandr, anche detto Serpente di Midgard, uno dei figli di Loki, venne gettato nel grande oceano che circonda il mondo (appunto, Midgard), e la sua ingordigia lo portò a crescere tanto da circondare l'intera Terra. Costretto a stringersi la coda tra i denti, si dice che se mai la lasciasse andare causerebbe la fine del mondo, è destinato ad essere ucciso da Thor durante la battaglia finale (Ragnarok). Alla mitologia norrena (nella Saga di Örvar-Odds) viene fatto risalire il mito di un mostro marino di una grandezza tale da poter essere scambiato per un'isola dai naviganti, creatura che entrerà nell'immaginario collettivo come balena-isola, nota anche come Zaratan o aspidochelone, con la forma appunto di un'enorme balena o tartaruga sul quale dorso poteva persino crescere della vegetazione. Oltre a lei, trova anche da qui origine un altro mostro marino leggendario, il cui mito si è sviluppato soprattutto fra il Seicento e l'Ottocento:
parliamo del Kraken, enorme essere generalmente rappresentato come un gigantesco cefalopode, tipo piovra o calamaro, con tentacoli sì lunghi e potenti da poter avvolgere e distruggere un'intera nave, divenuto spauracchio di pirati e marinai.












Muoviamoci ora verso Oriente: secondo la tradizione cinese il blu (huan) è simbolicamente associato alla forza e al coraggio, infatti si racconta che Gengis Khan, a capo di uno dei più sorprendenti imperi cinesi, nacque da un lupo blu e una cerva.


Il folklore giapponese ha il Kappa, uno yokai (spirito) che abita laghi, fiumi e stagni, ha un aspetto antropomorfo, ma possiede zampe palmate e solitamente viene raffigurato con un muso gorillesco o con un becco simile a quello di una tartaruga, la sua più grande particolarità è la sacca d'acqua sulla testa, si dice che facendogliela svuotare esso diventi inerme. Sono dei maliziosi combinaguai, possono produrre scherzi innocenti tanto quanto rapire bambini, per divorarli, tuttavia non sono completamenti avversi agli umani, possono anzi imparare cose da loro, sfidarli, relazionarcisi; può essere simpatico sapere che in giappone, tutt'ora, lungo alcuni fiumi o laghi vi siano cartelli, che mettono in guardia i bambini sulla pericolosità della creatura.

Nella tradizione cinese e giapponese, un ruolo di spicco ha inolte Qīnglóng, il Drago Blu dell'Est. Secondo le credenze, esso è uno dei Si Ling, le quattro bestie guardiane della mitologia cinese, rappresentanti i 4 punti cardinali e le quattro stagioni; esso sostiene e difende il Paese, ed è quindi simbolo dell'Imperatore e del suo potere, controlla la pioggia ed è associato all'acqua, spesso è accoppiato a Zhūqùe (Fenice rossa del Sud), simbolo dell'imperatrice, insieme incarnano sia il conflitto sia la gioia del matrimonio.













Terminiamo il nostro viaggio in India. Nell'induismo il dio Shiva (il distruttore) si racconta che abbia salvato l'umanità bevendo il veleno del serpente Vasuki (simile al veleno della storia di Adamo e Eva), che avrebbe distrutto il cosmo ed ucciso i mortali; sua moglie, aiutata dal dio Brahama (il creatore), per evitare che cambiasse idea e lo risputasse sulla Terra, gli legò forte al collo un fazzoletto blu: per questo Shiva è anche chiamato “dio dalla gola blu”. In altre versioni della storia, dopo aver bevuto il veleno, sulla gola gli si formò invece una cicatrice blu.






martedì 18 ottobre 2016

Step 03: I codici del colore

I nostri occhi percepiscono solo una parte delle onde luminose presenti in natura, ma questo basta a donarci un'ampia gamma di colori da ammirare e migliaia di sfumature differenti dei suddetti. Nasce quindi l'esigenza, anche comunicativa, di identificare e nominare ogni possibile gradazione dei colori, per dargli una valenza universale, condivisibile, concordabile; come fare?
 Ecco che abbiamo i codici colore, sequenze numeriche che ci permettono di individuare ogni singola sfumatura dello spettro visivo, di distingure univocamente ad esempio il rosso Borgogna dal rosso Granata, che per quanto simili alla vista saranno ben identificati da due diversi codici.
Più di due in realtà, esistono infatti diverse categorie di codici colore, che andremo brevemente a conoscere portando come esempo il nostro colore, il Blu marino. 


  • Codice HEX ("esadecimale"; la notazione esadecimale è composta da tre coppie di numeri in base 16, -tale numerazione è così composta: 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, A, B, C, D, E, F - dove 0 è pari a 0 e F è pari a 15. Il valore più basso per ciascuna coppia è 00 mentre quello più alto è FF; un valore esadecimale è composto da tre valori corrispondenti (da sinistra verso destra) alle quantità di rosso, verde e blu.
Blu marino: #000080

  • Codice RGB (nasce dal metodo della tricromia addittiva, che si basa sulla addizione di tre colori - Red, Gree, Blue - per ottenere tutti gli altri; la notazione RGB prevede l'indicazione delle quantità dei tre colori di base specificando per ciascuno un valore numerico compreso tra 0 e 255).
Blu marino: 0 0 128 


  •  Codice CMYK (nasce dal metodo della quadricromia sottrattiva, si basa sulla sovrapposizione di tre colori, ciano -Cyan-, Magenta, giallo -Yellow- e del nero; specificatamente utilizzato nella stampa)
Blu marino: 100 100 0 50

  • Codice HSV (il modello HSV è un sistema codificato con il quale è possibile definire dei colori attraverso tre parametri: colore, saturazione e valore o luminosità. HSV è l'acronimo delle parole inglesi hue, saturation e value, tre parole che identificano uno specifico colore assegnando quindi tre dimensioni che descrivono matematicamente lo spazio o lo spettro dei colori).
Blu marino: 240° 100% 50% 

Pantone (Pantone Inc. è un'azienda statunitense che si occupa principalmente di tecnologie per la grafica, della catalogazione dei colori e della produzione del sistema di identificazione di questi ultimi. Divenuto standard internazionale per quanto riguarda la grafica, è ultimamente utilizzato anche per la gestione dei colori nel mondo dell'industria e della chimica. Il sistema Pantone è stato messo a punto negli anni cinquanta per poter classificare i colori e "tradurli" nel sistema di stampa a quadricromia CMYK semplicemente grazie a un codice. I colori, coi relativi codici, sono quindi inseriti in un catalogo, dove è possibile "sfogliarli" e selezionarli).







 RAL (RAL è un termine oggi usato quasi esclusivamente per definire una scala di colori normalizzata usata principalmente nell'ambito delle vernici e dei rivestimenti. La classificazione RAL è costituita da 4 cifre, la prima delle quali identifica la gradazione di colore principale).


Una curiosità in più: il numero 1.298.7275 identifica la tinta Piaggio P 275 blu marina, vernice (della Max Meyer) utilizzata sul modello della Vespa 150 Sprint Veloce dal 1976.
 



Sitografia: codicicolori.com, encycolorpedia.itcentaurus.it
vespaservizio.it, pantone.com, mrwebmaster.it, wikipedia.it
 
 

giovedì 13 ottobre 2016

Step 02: Il Blu marino nel mondo

Vi siete mai ritrovati nella spiacevole situazione in cui, in un negozietto d'abbigliamento di Shanghai, vorreste chiedere al commesso/commessa se quel bel maglione che avete adocchiato in vetrina sia disponibile anche in color blu marino, ma non avete idea di come comunicarglielo?
Probabilmente no.
E probabilmente, non vi capiterà mai.
Ma in ogni caso, stiliamo una breve lista delle possibili traduzioni internazionali, per ogni evenienza.

(Inglese)                      - Navy Blue
(Francese)                   - Bleu Marine
(Spagnolo)                  - Azul marino
(Portoghese)               - Azul marinho
(Tedesco)                    - Marineblau
(Cinese)                      - 海军蓝 [hǎi jūn lán]
(Arabo)                       - البحريه الزرقاء[albahrih alzzuraga]
(Giapponese)             - 濃紺  [konjò]
(Russo)                       - темно-синий  [temno-siniy]]
(Greco)                       - ναυτικό μπλε [naftiko ble]
(Gaelico-scozzese)    - dubh-ghorm
(Maori)                      - kaipuke puru
(Latino)                     - cyaneus 

mercoledì 12 ottobre 2016

Step 01: introduzione al Blu marino

Il Blu marino è una particolare gradazione del colore blu, molto scura, simile al color Zaffiro e tendente al Blu notte; viene subito spontaneo associarlo al colore del mare, dell'oceano, ma possiede in realtà un'accezione più specifica, ben individuata dal suo nome in lingua inglese. Il Navy Blue infatti, termine usato per la prima volta per indicare questa tonalità di blu nel 1840, deriva dal colore delle divise utilizzate dalla Marina Militare Britannica a partire dal 1748, e successivamente diffuso in tutto il mondo (parliamo infatti di "Navy blue" invece che di "Sea blue", del "blu della Marina" piuttosto che del "blu del mare").
Il blu marino è un colore che esprime calma, armonia, e profondità; il blu viene spesso associato alla spiritualità, alla quiete, in correlazione agli elementi naturali che incarna, come il cielo, o il mare; esprime pulizia (poichè è il colore dell'acqua), trasmette sicurezza e solidità. Nella cultura cinese, il blu è il colore dell'immortalità.
Ma forse avremo maggior tempo, in futuro, per dilungarci su questi aspetti simbolici.